Per un po’ è sembrato che potesse essere la prima valida alternativa all’egemonia di MTV, dai tempi di Videomusic. Ma la crisi economica colpisce duramente ovunque e la musica purtroppo non paga abbastanza: il restyling delle trasmissioni e la collaborazione con Radio DeeJay, punta di diamante radiofonica del gruppo proprietario, non sono bastati a garantirne la sopravvivenza.
Troppi risultati negativi, fatturato in caduta libera: così il 5 marzo è arrivata la mannaia celata dalla temibile definizione di “riorganizzazione aziendale”. Si annunciava che sarebbero cessate le produzioni interne per All Music, con conseguente chiusura degli studi di produzione e licenziamento in tronco per 29 dipendenti.
Le prime avvisaglie della situazione risalgono a dicembre, quando Davide Maggio raccontava la situazione e citava il gruppo proprietario a proposito di possibili soluzioni:
“La tv, acquisita dal gruppo l’Espresso nel 2005, non è mai decollata: il calo del fatturato è stato costante e nell’anno che sta per finire si attesta al 12,4%. Ma il gruppo non ha intenzione di abbandonare la tv, anzi, vuole trasformare in multiplex il canale analogico”.
“L’asset prezioso per noi – fa sapere il Gruppo a Pubblicità Italia – non è il canale tv All Music in sé, ma la frequenza, la rete, che ha un valore in continua crescita nella prospettiva dello switch off al digitale terrestre del 2012” – e aggiungono – “Avremo 10-12 diverse fonti di ricavi o producendo direttamente i nuovi canali, oppure vendendoli o affittandoli a editori terzi”.
La parvenza di ottimismo è scemata quando un annuncio ufficiale ha confermato la situazione critica – peraltro già nota agli addetti ai lavori, come rimarca Televisiontest:
“L’annuncio non ci trova impreparati, di recente avevamo riportato delle voci secondo cui il canale sarebbe stato messo in vendita, le avvisaglie si erano avute già alcuni mesi fa, dopo l’abbandono della direzione da parte di Elisa Ambanelli, coraggiosa traghettatrice dell’emittente verso una nuova, brillante, primavera con programmi belli e innovativi, trasformatasi presto in un triste inverno. Alla Ambanelli , era succeduta ma solo con compiti di coordinatrice Valentina Rizzato. Riprendendo un articolo di appena un anno fa scopriamo che l’aria di crisi si respirava già allora: nei primi cinque mesi del 2008, in base alle stime Nielsen, il canale aveva incassato appena 8,6 milioni di euro, giù del 6,9% rispetto allo stesso periodo del 2007. Mtv tanto per dire, aveva raccolto 42,7 milioni, cinque volte di più”.
Intanto Tvblog elenca alcune delle persone più conosciute di All Music:
“Vale la pena ricordare alcuni tra i nomi più noti che lavoravano attualmente per l’emittente: Albertino, Chiara Tortorella, DJ Francesco, Lucilla Agosti, Linus, Nicola Savino, Jonathan Kashanian, Marta Cecchetto. Tra i programmi in onda più famosi: Albakiara, Cash (viaggio di una banconota), Classifiche Ufficiali, DeeJay chiama Italia, Inbox, m2 All Shock. Tra le trasmissioni storiche, infine, ricordiamo: All Moda, All Music Show, Bi Live, Cornetto Free Music Live, Pelle (e seconda pelle), Stelle e Padelle, The Club, Tutti Nudi”.
E’ così che 29 dipendenti vengono mandati a casa. E i presentatori, i vj e tutti gli altri? Che fanno? Dove vanno? Racconta Cinetivu:
“Quanto ai volti della rete le varie Lucilla Agosti, Chiara Tortorella, Elena di Cioccio, Valeria Bilello, in odore di nuove collaborazioni, si può dire che abbiano salutato il canale già da tempo. Un quadro desolante, per una struttura nata con ben altri traguardi”.
La chiusura di un’azienda non è una notizia che fa la gioia di chi ci lavora. Ipodmania riporta le reazioni dei dipendenti di All Music, che hanno, tra le altre cose, aperto un sito – Fall Music, il cui nome si spiega da sé:
“Ovviamente la redazione e tutta la forza lavoro della tv non ci sta e ha indetto lo stato di agitazione e ha creato anche un sito per ottenere maggiore visibilità da tutti i mass-media e il cui titolo dice già abbastanza sull’aria che tira: Fall Music, che tradotto brutalmente sta a significare il sostanziale fallimento di un progetto, non tanto dovuto agli scarsi risultati o alla bassa qualità dei programma ma ad un errata gestione manageriale che si è resa colpevole di aver dilapidato il budget a disposizione. La sopravvivenza dell’emittente è affidata ad una serie di interventi di esternalizzazione dei servizi, che dovrebbero limitare i costi, in barba al futuro di 30 famiglie di dipendenti”.
“Ma se la speranza è l’ultima a morire, chi visse sperando morì non si può dire” cantavano i Litfiba. Tuttavia, a quanto pare il canale continuerà a esistere sul digitale terrestre e su Sky. Per cui, una speranza per la sopravvivenza della rete c’è, e sono in molti ad augurarselo, come Simona Cardillo di Music Room:
“Nel destino di All Music potrebbe quindi esserci un nuovo editore (forse Sky?). A noi amanti della buona musica non resta che sperare che questo nuovo editore venga fuori presto… o la rete All Music potrebbe davvero morire del tutto”