Il moment tutt’altro che magic di MTV Italia e All Music: tra cambiamenti e problemi contrattuali: che ne sarà di loro?
Le maggiori reti televisive musicali stanno vivendo un momento difficile. La delusione degli spettatori e le proteste dei dipendenti rimbalzano anche nella blogosfera. La versione italiana di MTV trasmette in varie forme dal 1997 e occupa le frequenze che erano state di TMC2, ma oggi deve affrontare vari tipi di ridimensionamento sia di palinsesto che dietro le quinte.
Non si può, però, incolpare Internet per il declino delle tv musicali: già da tempo, prima all’estero e dopo anche da noi, hanno manifestato una progressiva generalizzazione nei propri contenuti, colpiti anche dalla tv generalista, che ne ha imitato i linguaggi, portandosi via format e conduttori. La conseguenza di ciò è il passaggio dai Lifestyle Brand ai Political Brand. Oggi non basta più adattarsi semplicemente allo stile di vita dei consumatori, per conquistarli bisogna capire come si aspettano che agisca l’azienda e comportarsi di conseguenza.
E se MTV piange i suoi precari, Mtv Italia prevede una raffica di licenziamenti: a un centinaio di dipendenti non è stato rinnovato il loro contratto a termine. E pare che, in realtà, già una ventina di loro hanno preparato le valigie e hanno lasciato gli uffici e studi televisivi. Il motivo del licenziamento? Il rifiuto dei lavoratori di accettare le clausole imposte dall’azienda: firma di una lettera di conciliazione collettiva per attivare gli ammortizzatori sociali in deroga per i 34 licenziati. Se arriva il rifiuto, l’azienda ha subito rotto la trattativa, annunciando la cancellazione dei contratti in scadenza. Al rifiuto dei lavoratori, l’azienda ha subito rotto la trattativa, annunciando la cancellazione dei contratti in scadenza. Proteste e scioperi l’inevitabile conseguenza. In pratica l’azienda è accusata di proporre ai precari una sorta di “ricatto”. Stesso discorso per All Music. Chi l’ha detto in fondo che mal comune, mezzo gaudio?