Attenzione all’acquisto di prodotti elettronici ricondizionati: le tutele sul fronte legislativo sono poche, ecco come tutelarsi
Con l’aumento vertiginoso dei prezzi relativi ai dispositivi elettronici e il bisogno di avere sempre quelli più aggiornati per poter lavorare o più semplicemente stare al passo con i social, si è creata una situazione per la quale tante persone sono obbligate a rateizzare gli acquisti, oppure optare per prodotti ricondizionati.
Per quanto riguarda l’usato, a parte pochi casi, non conviene mai acquistarlo perché è vero che si ottiene uno sconto sul prezzo, ma è anche vero che lo smartphone durerà molto meno per via dell’usura (soprattutto per quanto riguarda la batteria). Un altro discorso sono invece gli smartphone ricondizionati, nati proprio per via dell’esigenza di stare al passo con l’evoluzione della tecnologia.
Sempre più persone sentono la necessità di cambiare smartphone ogni qual volta esca la versione più aggiornata. Buttare tutti quei dispositivi sarebbe un’estremizzazione del consumismo sfrenato e così le aziende si sono adoperate a ripararli per dargli una seconda vita. Un’ottima occasione per gli utenti che hanno bisogno di risparmiare nell’acquisto e che al tempo stesso vogliono uno smartphone di fascia alta.
La distinzione tra usato e ricondizionato sta quindi nel fatto che acquistare un oggetto usato significa ottenerlo con tutti i difetti, così com’è. Ricondizionato invece è come nuovo perché vengono cambiate parti interne ed esterne danneggiate. Ovviamente non si hanno però le sicurezze di uno smartphone che esce nuovo e immacolato dalla casa madre. Ed è per questo che bisogna stare attenti all’acquisto del ricondizionato, soprattutto quando vengono comunque investite ingenti somme di denaro.
La legislazione da questo punto di vista tutela più il venditore che l’acquirente. E, nel caso in cui si fosse sfortunati a ricevere un prodotto non funzionante o che smette di funzionare nel giro di poco tempo, non sempre si riesce a ottenere un rimborso o una sostituzione. “Questi prodotti si considerano a tutti gli effetti come prodotti usati. La normativa prevede in questi casi una garanzia di due anni. Tuttavia, può essere – e normalmente viene fatto – ridotta ad un anno”, precisano gli esperti del Centro Europeo Consumatori.
Nell’anno successivo al primo, è il venditore a dover dimostrare che il difetto sia stato causato da un uso improprio da parte del consumatore e che quindi non è coperto dalla garanzia legale. “Tuttavia, questo principio si rivela spesso poco vantaggioso per gli acquirenti, in quanto i rivenditori possono avvalersi di una perizia effettuata dai loro esperti interni e, quindi, negare inizialmente la riparazione a loro carico del difetto”, spiega ancora il l’ufficio di Bolzano per ECC.
Quando poi si compra sulle piattaforme online risulta ancora più difficile ottenere un rimborso o la giusta assistenza. Occorre sempre fotografare eventuali e minimi graffi o difetti estetici appena arriva il prodotto a casa, perché in caso di successivo malfunzionamento andrà dichiarato che erano già presenti.
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