Anche le generazioni più giovani hanno paura dell’intelligenza artificiale: i nuovi rischi sembrano attanagliare ancora di più la paura del futuro
Questo futuro che sembra sempre più lontano, confuso, poco delineato, a tratti apocalittico, aggiunge a sé un nuovo problematico cambiamento. La tecnologia ha infatti fatto passi da gigante, e così, quella che è stata chiamata la macchina di Turing è riuscita a svilupparsi nel migliore dei modi, andando anche oltre le aspettative.
Sono i chatbot di oggi a rispondere ai quesiti posti dallo studioso ormai decine di anni fa: una macchina che riesca a rispondere proprio come farebbe un umano e che si confonda con esso durante un discorso, non è poi ciò che è stato creato? Anche gli esperti, durante i primi esperimenti, si sono meravigliati delle risposte che riusciva a dare. Persino i suoi collegamenti logici e i voli pindarici da un contesto all’altro, inoltre, hanno stupito anche i suoi creatori.
ChatGPT, per esempio, è in grado di prendere un’informazione da un contesto per riportarla in un altro: come farebbe il cervello umano una volta assimilata un’informazione. È proprio questa tipologia di intelligenza a spaventare anche i più giovani: la capacità che ha l’AI di compiere ragionamenti, anche matematici, molto più velocemente di un essere umano e non solo. Pensate, la capacità di analisi dati è 400 volte superiore. Quale sarà il futuro di coloro che tra qualche anno prenderanno il diploma?
A questo proposito si può dire che ciò che un uomo farebbe in diversi giorni, l’AI potrebbe fare in pochi minuti. E questo fa chiaramente comprendere la paura dei più giovani nel poter essere sostituiti definitivamente da queste nuove realtà, più economiche a livello aziendale rispetto alla forza lavoro umana.
Più economiche sì, ma non più efficienti: il tasso d’errore è ancora molto alto e, in generale, i risultati vanno sempre analizzati e interpretati anche da un supervisore umano. Al momento quindi si può parlare di un’integrazione tra risorse ma non di una sostituzione.
Uno studio portato avanti da Skuola.net, intervistando la Gen Z, ha dimostrato quanto sia invalidante la paura di finire il diploma ed entrare nel mondo del lavoro di oggi, con l’aggiunta di ancora un’altra minaccia: l’intelligenza artificiale. Il 27% di loro pensa che l’AI possa in qualche modo rubargli il lavoro ancor prima di cercarne uno.
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