L’argomento delle multe stradali è sempre stato un tema caldo per gli automobilisti. Tra le varie tipologie di sanzioni, quelle legate agli autovelox sono particolarmente odiate e temute.
Ma ci sono dei casi in cui, anche se avete ricevuto una multa da un autovelox, potreste non doverla pagare.
Scopriamo insieme quali sono queste situazioni.
Un primo aspetto fondamentale da considerare quando si riceve una multa è il rispetto dei termini per la sua notifica. Se la multa viene spedita oltre 90 giorni dall’infrazione commessa, questa diventa illegittima e può essere contestata davanti al giudice di pace o al prefetto. È importante sottolineare che il termine da considerare non è quello in cui si riceve fisicamente la multa, ma quello in cui l’ente che ha elevato il verbale (come ad esempio la polizia municipale) ha consegnato la busta all’ufficio postale.
Ma c’è una novità ancora più interessante riguardante le multe spedite nei termini ma “all’ultimo minuto”, ovvero allo scadere del termine legale dei 90 giorni. Una sentenza del giudice di pace di Firenze ha stabilito che anche queste possono essere impugnate. Questo a seguito di una serie di ricorsi presentati dall’ADUC, nota associazione a difesa dei consumatori.
Il Comune di Firenze è stato protagonista di questa vicenda legata alla gestione delle sanzioni per autovelox, ingressi nelle ZTL e corsie preferenziali mal segnalate. La pratica della notifica solo allo scadere del termine legale ha portato nel 2022 a più di 400mila persone coinvolte in questo tipo di sanzioni.
La problematica principale evidenziata dalla sentenza riguarda l’impossibilità per l’autista di accorgersi tempestivamente dell’infrazione commessa e quindi interrompere immediatamente il comportamento scorretto. Per esempio, nel caso degli autovelox mal segnalati o nascosti dalla vegetazione, l’autista potrebbe rendersene conto solo dopo aver ricevuto la prima multa; se questa arriva dopo 89 giorni dall’infrazione potrebbe trovarsi con decine di sanzioni accumulate.
Non esistendo una normativa specifica che tuteli i conducenti in questi casi dal punto vista legislativo puro, i giudici hanno comunque la possibilità di decidere basandosi sull’equità – ovvero su ciò che appare loro giusto e corretto indipendentemente dalle normative vigenti – potendo così ridurre significativamente il numero delle sanzioni applicate ritenendo sproporzionato l’importo complessivo rispetto alla singola infrazione.
La politica adottata dal Comune fiorentino trasforma un errore individuale – spesso dovuto a mancanza o scarsità della segnaletica – in una punizione collettiva con conseguenze economiche gravose per gli individui coinvolti.
Questo approccio mette in luce come certi enti locali utilizzino gli autovelox più come strumento punitivo finalizzato al rimpinguamento delle casse comunali piuttosto che come mezzo di dissuasione volto alla prevenzione degli incidenti stradali, contrariamente a quanto previsto dalla normativa vigente sul tema.
La decisione presa dal giudice fiorentino stabilisce un importante precedente: se vi trovate ad affrontare una serie di multe serialmente contestate nei termini di legge ma senza aver avuto modo reale ed effettivo d’intervenire sulla vostra condotta fino alla notifica della prima sanzione, avete ora un solido argomento su cui basare il vostro ricorso grazie a questo caso specifico.
In sintesi, attraversando momentaneamente periodi burocraticamente complessi relativamente alle infrazioni stradali può emergere uno spiraglio grazie all’applicazione dell’equità nella valutazione delle circostanze da parte dei magistrati competenti.
Ricordiamo infine quanto sia essenziale mantenere sempre un comportamento responsabile alla guida e rispettoso delle regole stradali sia per garantire la propria sicurezza sia quella degli altri utenti della strada.
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